Castello di Trautenfels

Museo del Paesaggio - Landschaftsmuseum

Nelle prossime stanze vi racconteremo la storia della natura e della cultura del distretto di Liezen. Liezen si estende da Mandling a ovest, fino a Wildalpen a est, dal Salzkammergut stiriano a nord, fino ad arrivare a Treglwang nel Paltental. Con una superficie di 3.315 km2, Liezen è il distretto politico più esteso dell’Austria (molto più grande della regione del Vorarlberg), e conta circa 80.000 abitanti (1 gennaio 2019).

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Zeichnung eines Grundrissplanes mit 12 nummerierten Räumen und einem großen Raum der "Marmorsaal" genannt wird.

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Ein Kalstein-Felsbrocken liegt vor einem Gemälde auf einem Podest. Auf dem Gemälde ist der Berg Grimming zu sehen.

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1 Il nostro museo

Nel corso del tempo ...
… le montagne diventano più basse e i macigni più rotondi, i fiumi erodono il terreno sempre più in profondità, nuovi oggetti diventano parte del museo; ciò che prima era insignificante castellanodiventa interessante, ciò che è smarrito di nuovo visibile, la quotidianità diventa speciale, il passato diventa comprensibile; alcune cose sono percepite sotto una nuova luce. Nel corso del tempo.

2 Foresta e legno

Più della metà della superficie del distretto di Liezen è ricoperta da foreste. L’uomo ha sempre avuto bisogno di grandi quantità di legno per gli insediamenti, le imprese artigianali e l’industria. In seguito al crescente sfruttamento del legno, la foresta naturale si trasformò sempre più, per opera dell‘uomo, in un bosco produttivo.

La vita nella foresta 
La foresta è luogo di convivenza assai evoluta di piante e animali. Piccole piante terrestri, organismi presenti nel suolo e un esercito di batteri svolgono funzioni importanti per il prosperare della flora e della fauna. In una foresta sana gli elementi nutritivi fanno parte di un ciclo
continuo. Essi vengono assorbiti dagli alberi attraverso le radici e ricadono al suolo sotto forma di foglie e aghi. Lì vengono scomposti dai micro-organismie reintrodotti nel ciclo.

La foresta vergine
Incontaminata dall’uomo, la foresta vergine ospita una miriade di animali e piante che vivono in simbiosi durante i diversi stadi di sviluppo. Fogliame, aghi, rami e tronchi marci contribuiscono alla formazione di humus e, di conseguenza, a quella delle piante. Alberi vivi e legno morto garantiscono condizioni di vita eccellenti ad un grande numero di organismi. La morte di un gigante della foresta vergine e la sua decomposizione rappresentano i presupposti più importanti per l’inizio di un nuovo ciclo vitale. Questo permette la chiusura del ciclo continuo di vita e morte.

La foresta artificiale
Spesso l’intervento umano ha portato all’unificazione dell’età degli alberi, per ottenere così un migliore sfruttamento del legno. In questo modo, la foresta artificiale può offrire un habitat solamente ad un ristretto numero di piante e animali. Il fitto tetto, formato dalle corone arboree, non lascia penetrare abbastanza luce, necessaria per la crescita di un sottobosco ricco. Attualmente, nella foresta artificiale prevale sempre più un‘economia forestale ecologica, preferendo l‘abbattimento di singoli alberi al disboscamento. In questo modo, la luce penetra fino al suolo, garantendo così un ringiovanimento di molte speci.

L’età del legno
Così come la pietra e le materie prime di origine animale, anche il legno appartiene ai materiali di costruzione più antichi impegati dall‘uomo. L’utilizzo e la lavorazione delle forme naturali delle forme naturali del legno rappresentarono l‘inizio del suo sfruttamento. Nel corso del tempo, l’uomo ha sviluppato tecniche sempre più complesse.

3 Tra monti e valli

Nel corso di milioni di anni, la formazione delle montagne, la glaciazione e l’azione degli agenti atmosferici hanno dato forma alla valle del fiume Enns. Nel giro di solo qualche secolo, l’uomo ha mutato tale paesaggio attraverso il dissodamento, la bonifica e la coltivazione del suolo. Natura e cultura, in continua interazione l‘una con l‘altra, contribuiscono a forgiare l‘immagine della nostra valle.

L’agricoltura nella valle dell’Enns
I prati della valle dell’Enns furono soggetti a ripetute inondazioni fino alla metà del XX secolo. Essi fornivano solo piccole quantità di fieno e per di più di qualità mediocre. Solo dopo la regolazione dell’Enns e la bonifica del suolo della valle, fu possibile coltivare persino cereali in posti particolarmente favorevoli.

Acque correnti e boschi rivieraschi 
Le zone che vengono occasionalmente inondate da acque correnti vengono chiamate prati rivieraschi. Nelle parti superiori delle rive si vennero a formare dei boschi rivieraschi. Nonostante l’azione dell’uomo, lungo l’Enns sono ancora rimasti intatti resti di questi boschi.

Acque stagnanti, laghi e rive dei laghi 
Molte piante hanno sviluppato delle strategie per poter sopravvivere in acqua. Esse vivono immerse nell’acqua o sulla sua superficie, mettono radici o galleggiano. Le rive poco profonde sono ricoperte solitamente da canneti.

Il re di quaglie 
Un tempo, il re di quaglie era un uccello molto diffuso che nidificava e viveva nei prati adiacenti a fiumi e a valli fluviali. Poiché il suo habitat naturale è stato fortemente compromesso, oggi è a rischio di estinzione.

Prati acquitrinosi e da lettiera
Questi prati hanno avuto origine dopo il dissodamento di boschi acquitrinosi o attraverso la bonifica di torbiere basse. Vengono falciati solo un volta in autunno, garantendo così l’esistenza di molteplici piante palustri. Il fieno povero di elementi nutritivi viene usato come lettiera nelle stalle.

Torbiere basse e torbiere alteNelle zone in cui l‘acqua freatica quasi raggiunge il suolo, possono formarsi delle torbiere basse. Alcune parti delle piante non si decompongono completamente ed è così che viene a formarsi la torba. Nel caso delle torbiere alte, le formazioni di torba sono a forma di lente e convesse in altezza. A differenza delle torbiere basse, le radici delle piante non riescono più a raggiungere la falda freatica.

Boschi di pendio
A seconda della natura del suolo, si sono sviluppati nella valle dell’Enns diversi tipi di bosco. Sulle superfici calcaree si trovano principalmente faggi, abeti rossi e abeti bianchi. Sui suoli silicei della parte dei monti Tauern, crescono boschi di abeti rossi e bianchi. Ad altitudini elevate, oltre agli abeti, si trovano principalmente i larici.

Il limite della vegetazione arborea
Verso il limite della vegetazione arborea, posta tra i 1900 e i 2000 metri sul livello del mare, i boschi si fanno sempre più diradati; cembri e alberi curvi caratterizzano aree da pascolo. Una più intensiva attività pascoliva ha portato ad una riduzione dell’estensione boschiva.

Prati e lande di arbusti nani al di sopra del limite della vegetazione arborea 
Al di sopra del limite della vegetazione arborea possono sopravvivere solamente arbusti nani, piante erbacee, alghe e licheni. Questo è dovuto ai suoli poveri e al clima impervio e burrascoso.

Fessure rocciose e falde detritiche nella parte della vetta 
Alcune piante riescono a mettere radici persino nelle fessure più piccole delle rocce e delle falde di deiezione. Si possono trovare delle piante da fiore o dei muschi anche nelle falde di deiezione sottoposte a continuo slittamento. Sulle rocce nude, prosperano invece solo alghe e licheni.

I tipi di roccia a nord e a sud del fiume Enns 
La valle dell’Enns è interessata dal passaggio da est ad ovest di una linea di faglia della crosta terrestre. Questa linea divide anche i tipi di roccia delle Alpi Calcaree a nord, fra loro opposti dal punto di vista morfologico, dagli scisti e dagli gneis delle Alpi dei Tauri orientali, situati più a sud. Nelle rocce delle Alpi Calcaree settentrionali sono presenti fossili, il che dimostra che le rocce si sono formate in bacini marini. La profondità del mare è cambiata continuamente nel corso di milioni di anni. La presenza di ammoniti indica acque profonde, mentre quella di coralli e crinoidi indica acque poco profonde e inondate di luce. Gli scisti e gli gneis della zona delle grovacche e delle Alpi dei Tauri orientali (facenti parte delle Alpi centrali), a sud dell’Enns, hanno avuto origine da depositi sabbiosi e argillosi, perché sottoposti a grande pressione e ad alte temperature. In alcune zone, questo processo ha portato anche alla formazione di splendidi minerali.

4 Cose belle

Noi percepiamo molte cose in natura come belle. Attraverso la nostra percezione, esse acquistano importanza, destando però anche il desiderio di dare forma all’ambiente nel quale si vive.


“A dire il vero, bello è tutto ciò che viene guardato con amore”
(Christian Morgenstern)

La vista sul Grimming 
È difficile dire come ognuno di noi percepisca la bellezza del paesaggio. Ancora più difficile è descrivere un paesaggio a parole, poiché è infinitamente vasto, bizzarro e vario. In ogni caso, è necessario che l’uomo si prenda il tempo di osservare un paesaggio rilassante in tutta tranquillità.

Arte popolare
Oggetti di uso quotidiano non sono spesso solo utili. Essi vengono dotati di una “bella” forma e decorati. Modelli dal mondo della natura e forme geometriche, segni religiosi e rappresentazioni della vita di tutti i giorni costituiscono spesso motivi prescelti a tale scopo. Queste belle “decorazioni” sono diventate anche i pezzi da collezione preferiti dei musei.

5 Credo religioso

Nel XVI secolo si diffuse nella Stiria settentrionale cattolica l’insegnamento di Martin Lutero. Più dell’80 % della popolazione si convertì al nuovo credo. La vita protestante, che fiorì fino al 1599, fu soffocata con la violenza ai tempi della Controriforma. Ciò nonostante, il credo protestante riuscì a resistere segretamente fino alla Dichiarazione di Tolleranza del 1781.


La chiesa protestante di Neuhaus 
Un centro di ritrovo per i protestanti della valle dell’Enns era la chiesa di Neuhaus, che fu rasa al suolo nel 1599, dopo un breve periodo di fioritura di soli 25 anni. Nel 1992 gli archeologi riportarono alla luce i resti dei muri maestri. L’area è oggi un luogo di commemorazione. La chiesa è raggiungibile a piedi dal castello in circa un quarto d’ora.

Le braci sotto la cenere 
Molti protestanti rimasero fedeli al loro credo in segreto anche dopo la Controriforma. L’elemento fondamentale dell’insegnamento protestante è la parola di Dio. Per questo motivo, l’interpretazione della Bibbia e di altri scritti era il punto focale delle funzioni religiose tenute in casa. I libri proibiti venivano conservati dai protestanti in ripostigli nascosti, accuratamente scelti.


I pellegrinaggi alla Madonna
Con la Controriforma si rinnovò radical-mente la vita religiosa della Chiesa Cattolica. Una delle espressioni di tale atteggiamento fu il grande aumento di pellegrinaggi e processioni, specialmente in santuari consacrati alla Madonna. In tali occasioni, la Chiesa sottolineava consapevolmente la differenza tra l’insegnamento cattolico e quello protestante, che rifiutava per principio i pellegrinaggi.

6 Vita mondana

Centro della vita mondana di un paese è l’osteria. Qui vengono scambiate le novità, discussi i temi quotidiani, festeggiate le feste e conclusi gli affari.

Gli “uomini neri” 
La caccia è valsa fino al 1848 come privilegio della nobiltà. La necessità e la passione per la caccia portarono molti uomini a diventare bracconieri, cioè a praticare una caccia non consentita. Il bracconaggio non era solo un’avventura, bensì spesso necessario alla sopravvivenza, per rifornire di cibo le grandi famiglie. I “cacciatori neri” venivano ammirati segretamente da vaste cerchia della popolazione.

La caccia al piccolo uomo 
Dal 1579, fu permessa nel Salzkammergut la cattura di uccelli canori. Questa caccia con bacchette e gabbie di legno si limitava a crocieri, cardellini, ciuffolotti, lucherini, beccofrusoni e peppole. Gli uccelli venivano tenuti in casa durante l’inverno e curati amorevolmente. Vi erano mostre pubbliche e premi per gli esemplari più belli. Dal 1992, la cattura di uccelli canori non è più permessa in Stiria.
 

Il locale abituale
Molti gruppi e associazioni hanno il “loro” locale preferito. I tavoli riservati ai clienti abituali sono spesso contrassegnati con una targa della corporazione delle arti e mestieri o dell‘associazione. I premi di gare vinte o foto di tali associazioni testimoniano le attività di questi gruppi.

Musica e danza
In occasioni particolari, i musicanti suonavano invitando al ballo. Gli strumenti più amati erano la cetra, il violino, l’armonica e il piffero. Nelle stanze delle locande, di solito, erano appesi alle pareti alcuni strumenti musicali, che qualche volta venivano usati spontaneamente dagli ospiti.

La refrigerazione con il ghiaccio naturale 
Prima dell’invenzione dei frigoriferi elettrici, era possibile mantenere freschi i cibi solamente per mezzo del ghiaccio naturale. I primi frigoriferi avevano degli scomparti per i blocchi di ghiaccio, che tuttavia dovevano essere riempiti sempre di nuovo. Nella stagione fredda, gli uomini ritagliavano dai laghi ghiacciati dei blocchi di ghiaccio con delle seghe apposite. Con delle tenaglie tiravano fuori il ghiaccio dall’acqua. Questi blocchi di ghiaccio si mantenevano fino all’estate in cantine naturali isolate.

7 Vestiti

Gli abiti riparano, vestono, respingono, scaldano, rinfrescano, decorano, incantano, affascinano, seducono, tramutano, assicurano, confondono, confermano, rendono insicuri, nascondono …


Riparo e segnale 
Un involucro naturale ripara piante, animali ed esseri umani. Esso è un elemento fisso nel piano corporeo degli esseri viventi ed assume spesso per animali e piante anche un effetto di segnalazione. Solo l‘uomo deve procurarsi, per conto proprio, vestiti per ripararsi, dandogli molteplici forme e significati diversi.


Dalla nostra collezione di vestiti folcloristici 
La parola “Tracht”, che si riferisce ai costumi tradizionali, significa etimologicamente: “ciò che è stato indossato”.
Le condizioni sociali ed economiche hanno determinato il vestiario. Fino al XIX secolo, si svilupparono vestiti diffe-
renti a seconda della regione di appartenenza. Nel XX secolo furono riscoperte forme d’abbigliamento tradizionali, che vennero adattate al gusto dell‘epoca e battezzate, da determinate regioni, forme di abbigliamento folcloristico. La maggior parte degli abiti venne indossata fino al suo completo logoramento. Spesso vecchi vestiti indossati per la domenica furono riutilizzati come vestiti per tutti i giorni. Per questo motivo, in molti musei, come nel nostro, si trovano solo alcuni indumenti singoli di vestiario o sontuosi abiti folcloristici da cerimonia.

8 Lavoro e costumi

L‘alternanza tra giorno e notte e tra estate e inverno determina la vita degli esseri umani, degli animali e delle piante. La vita contadina si adatta armonicamente all’avvicendarsi delle stagioni, prima dell’industrializzazione ancor più che oggi. In base alla lunghezza delle giornate e la crescita della vegetazione, i sei mesi estivi erano caratterizzati da dure e lunghe giornate lavorative. In inverno invece rimaneva più tempo da trascorrere in compagnia e da dedicare a usi e costumi.


L’agricoltura alpina
La fonte di mantenimento dei contadini nelle zone montane era l’allevamento di bestiame. I cereali venivano coltivati per il solo fabbisogno proprio. Durante la fienagione e il raccolto del grano, la popolazione contadina doveva lavorare spesso anche 17 ore al giorno.

9 I tesori della montagna

Fino agli inizi del XIX secolo, l’industria mineraria e la lavorazione dei minerali sono state importanti fonti di guadagno per la popolazione. L’estrazione e la lavorazione di un gran numero di risorse minerarie hanno contribuito allo sviluppo economico della regione e coniato l’immagine culturale del distretto in modo essenziale.


Le prime tracce 
Numerosi resti della lavorazione del rame fanno desumere che la regione montana del Paltental sia stata di grande importanza. Già nel terzo millennio avanti Cristo si colava qui il rame in semplici forni a manica e lo si lavorava fino a formare oggetti di bronzo.

Il lavoro sotterraneo 
L’estrazione di argento, rame e ferro ha attirato fin dal XIV secolo molti uomini sulle zone montane, soprattutto nella zona dei Tauri di Schladming e nel Walchengraben, presso il villaggio di Öblarn. Servendosi degli attrezzi più semplici, i minatori scavavano gallerie e pozzi.
Per salire e scendere con i loro carichi pesanti, utilizzavano tronchi d’albero.

Dalla materia grezza al prodotto finito
Fino alla metà del XX secolo, il ferro fuso negli altiforni veniva ancora lavorato nelle ferriere. A questo scopo, erano necessarie grandi quantità di carbone di legna per i camini della fucina e di energia idraulica per l’azionamento dei martelli.

L’estrazione del sale
Dagli inizi del XII secolo, “l’oro bianco” porta benessere alla regione dell’Aus-seerland. Il sale ricavato dall’acqua dei monti (acqua salina) scorre oggi attraverso una conduttura, per essere poi lavorato successivamente nelle saline di Ebensee, nell’Austria Superiore.


La bollitura dell’acqua salina
La soluzione salina veniva riscaldata in grandi padelle di cottura. I lavoratori della salina raccoglievano sul bordo della padella i cristalli di sale, formatisi attraverso l’evaporazione. Con il badile, riempivano di sale le carrette e lo comprimevano battendolo con la mazza. Dopo tre ore, la forma di sale poteva essere rivoltata, seccata e messa in magazzino.

La vita dei minatori
Spesso i minatori potevano tornare a casa dalle loro famiglie solo nei fine settimana. Il lavoro nelle miniere e la vita negli alloggi comuni favoriva loro il senso di solidarietà e la coscienza di classe. Gli abiti, il credo, gli usi e i costumi rispecchiavano questi aspetti.

 

10 Abitazioni

L‘uomo costruisce capanne, case e stalle, dove poter vivere e lavorare. La forma di queste costruzioni è determi-nata dalla zona geografica, dai materiali a disposizione, dalle possibilità tecniche, dall’abilità artigianale, dalle necessità e dalla ricchezza. Per ripararsi dalle intem-perie e dagli spiriti cattivi, l’uomo rende sicuro l’ambiente nel quale vive con oggetti e simboli atti a tenere lontano il male. Anche alcuni animali costruiscono dei ripari per tener lontani i loro nemici, per ripararsi dal maltempo e per allevare i piccoli.

L’architettura delle fattorie nel distretto di Liezen
Nella valle superiore del fiume Enns sono tipiche le fattorie costituite da due grandi edifici paralleli dal tetto pianeggiante. L’immagine della parte centrale della valle dell’Enns e della zona dell’Ausseerland è caratterizzata invece da case più piccole con tetti appuntiti, dotate di più edifici annessi.
 

La stanza “fumosa”
La stanza “fumosa” era molto diffusa nelle fattorie nella valle dell’Enns fino al XIX secolo. Essa fungeva da cucina, soggiorno e stanza da lavoro, in parte da camera da letto o persino come riparo per piccole bestie. Un dettaglio essenziale era il doppio focolare con il fornello scoperto e il forno. Poiché non c’era il camino, il fumo riempiva il quarto superiore della stanza e usciva poi attraverso una piccola apertura posta sopra la porta.

Riparo dal male e dai pericoli 
L’uomo crede all’azione di forze naturali inspiegabili. Egli attribuisce a determi-nati oggetti, segni, parole o azioni un effetto speciale e protettivo sulla zona in cui vive. Le catastrofi e il male devono essere tenuti lontani, fortuna e prosperità, invece, attirate.

Le casette delle api 
Popolazioni di api selvatiche vivevano in tronchi di alberi morti o in fessure della roccia. Per poter arrivare più facilmente al miele, l’uomo ha iniziato a costruire delle casette per le api. Nella valle dell’Enns, fungevano da arnie cassette di legno o cesti di vimini. Spesso tali casette erano decorate con dipinti dai colori vivaci.

La vita della servitù 
La servitù trascorreva la maggior parte della vita in fattorie non proprie. Farsi una famiglia ed avere una casa propria rimanevano spesso un sogno irraggiun-
gibile. La servitù conservava i suoi scarsi beni in un unico baule. Nient‘altro veniva racimolato in una vita dedita al lavoro.

11 La vita sui pascoli

Nel distretto di Liezen esistono attualmente più di 700 pascoli, solo in parte sfruttati. Alcuni si trovano spesso ad una distanza di 10 ore di marcia dalla fattoria. Durante l’estate i pascoli rappresentano uno spazio economico autonomo. Da sempre il lavoro viene svolto quasi esclusivamente dalle donne. In questo periodo le malgare sono responsabili del bestiame del contadino e trasformano il latte in burro e formaggio.

Le malghe
Visto che i pascoli si trovano lontani dalla fattoria, era necessario costruire delle dimore. Per la loro costruzione si usavano legno e sassi delle immediate vicinanze. La forma delle malghe assomi-
gliava a quella delle fattorie nelle valli.

Il bestiame
Di solito le mucche venivano portate nella stalla solo per la mungitura. Per attirare il bestiame serviva un campanello e per condurlo si usava un bastone. Grazie al breve tempo che il bestiame trascorreva nella stalla, si accumulava solo poco letame che la malgara poteva eliminare velocemente.

Il latte 
Dopo la mungitura, la malgara scola il latte e lo versa in una scodella di legno apposita, lasciando che diventi panna. Dopo un certo tempo, la panna si separa dal latte magro. Versando il latte, la malgara mantiene nel recipiente lo strato di panna, servendosi di una spatola di legno.

Il burro
La malgara batte la panna leggermente inacidita nella zangola, finché si viene a formare un ammasso denso. Comprime il burro in stampi o decora le trecce più grandi con timbri e rotelline incise.

Il formaggio stiriano
Nel paiolo di rame viene scaldato il latte magro inacidito, finché non caglia. Così facendo, la caseina precipita e, filtrandola, viene separata dal siero di latte. La malgara usa per questo procedimento la “Schottwiege”, una sorta di stampo, il panno di lino e il mastello del siero di latte. Strizza accuratamente la ricotta granulare, la condisce con sale e pepe e la mette in un recipiente detto “Kaskee”.
Dopo essersi asciugato, il formaggio deve stagionare da uno a due mesi, finché ottiene il suo tipico aroma.

La vita delle malgare 
Le malgare, vista la responsabilità di cui erano investite, godevano di grande stima nella fattoria. Sul pascolo vivevano molto più liberamente che non a valle, in quanto erano lontane dal controllo sociale della comunità paesana. Questo fatto si rispecchia anche nel modo di dire: “Sui pascoli non esistono peccati”.

La spatola da panna 
Molti attrezzi usati dalla malgara, soprattutto la spatola da panna, sono decorati con simboli sacri o con raffigurazioni della vita sui pascoli alpini e qualche volta anche con disegni geometrici. Spesso erano i giovanotti a regalarli alle malgare come segno del loro amore.

Lo stampo da burro 
Premendo il burro nelle forme a cinque lati ne uscivano blocchi decorati su ogni lato. La malgara decorava le grandi trecce ovali di burro con rotelline incise.

Il ritorno dal pascolo 
La breve estate sul pascolo è passata troppo velocemente. Come segno di ringraziamento per un periodo felice e trascorso senza incidenti, si decora il bestiame con ornamenti colorati in occasione del ritorno a valle.

I cambiamenti dovuti allo sfruttamento
Con il crescente sfruttamento delle aree pascolative, l’uomo ha dissodato queste superfici, un tempo ricoperte da foresta alpina. Alle specie originariamente viventi in queste zone, come il merlo dal collare e la nocciolaia, si sono aggiunti all’ambiente coltivato, uccelli come la ballerina bianca e il codirosso.

Il trasporto del fieno in inverno 
Una parte del foraggio veniva tagliata su prati ripidi, difficilmente accessibili e veniva depositata in mucchi. Il trasporto avveniva in inverno. Gli uomini formavano grandi balle servendosi di corde e uncini di legno. Con questo carico pesante sulle spalle, scendevano a valle, passando per ripidi pendii. Nel terreno più pianeggiante, mettevano assi di legno sotto il carico per poterlo trascinare più facilmente.

12 La stanza da caccia del castellano

Nel XIX secolo erano di moda i mobili fatti di corna. È probabile che il conte Josef Lamberg abbia fatto realizzare l’arredamento di questa stanza da un artigiano della zona. L’accurata lavora-zione a mosaico caratterizza questi mobili.

Gli ultimi proprietari nobili
Dal 1878 al 1941, il castello di Trauten-fels fu in possesso della famiglia Lamberg. In questo periodo il castello riprese a prosperare; fu restaurato ampiamente, venne costruita una nuova rampa d’accesso e fu istallato un riscaldamento centrale. A causa di problemi finanziari la contessa Anna Lamberg vendette la tenuta alle Poste tedesche del Reich nel 1941.

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Museo del Paesaggio - Landschaftsmuseum

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